Li sento arrivare alle mie spalle uno dopo
l’altro. Reggono le loro tavole, affondano nella sabbia di questo
isolotto che si allarga o si restringe con il susseguirsi delle maree.
Spesso sono in coppia e lei trascina uno zaino che contiene tutto il necessario:
la pompa per gonfiare il kite, le scarpette in neoprene, l’anemometro
portatile. A prima vista, si direbbe che condividano la stessa passione.
Passione è una parola abusata quando bisogna presentare e possibilmente
vendere, di stagione in stagione, attrezzature sportive soggette a rapida
obsolescenza nella ricerca di sempre migliori prestazioni. Sono sicuro
di non essere mai andato oltre quella settimana di fondo nel profondo
Tirolo. Eppure ho lavorato per alcuni dei migliori brand del settore:
sci, scarponi, guanti, occhiali. Come è possibile trasmettere la
passione se non sei appassionato? Nothing is impossibile. Just do it.
La spiaggia si riempie, i kite adagiati sul fianco rubano spazio ai semplici
bagnanti, i surfisti scambiano tra loro storie di indimenticabili avventure,
su altri mari, altre onde, molto lontane da questo piccolo angolo d’Alto
Adriatico. Volano in tante, a pelo d’acqua, le vele multicolori
quando lasciamo la spiaggia. Per rientrare a casa, non si può evitare
Fincantieri, le sagome delle grandi navi da crociera che spuntano imponenti
oltre le recinzioni. Il finestrino di un’auto non è aperto
sul mondo, banalità di base. Mi torna in mente mentre guardo uscire
dai cancelli dei cantieri, uno dopo l’altro, di domenica come i
surfisti della domenica, alla fine del loro turno, gli schiavi che innalzano
piramidi di ponti sui quali altri schiavi, incoscienti d’esserlo,
reciteranno a memoria la loro parte, sorseggeranno i loro long drink,
intrecceranno effimeri amori nelle loro cabine. Verniciare una cabina,
nel ventre di una nave in costruzione, senza luce naturale, senza aria
per i polmoni: non so a chi sia toccato il compito. I bengalesi sorridono
rilassati, fanno subito gruppo, spingono a mano le loro biciclette dalle
quali pendono i caschi. I sudamericani sono già a caccia di una
birra, due birre, tre birre e di guai da mettere sul tavolo di svogliati
assistenti sociali. Non resta più un briciolo di speranza. Una
magra, una minima consolazione. Lo so, lo sapevo, lo sapevamo che “la
nostra storia è finita”. Ma non così, non così,
non così. |