L’eccezionale impresa di arrivare sano
e salvo alla tabaccheria dall’altro lato della strada e prendere
dal banco il pacchetto di chewing gum che avevano chiesto quasi imploranti
gli amici sotto LSD, l’etere perché devi provare almeno questo
tu che non vuoi provare niente sniffato da una fiaschetta in acciaio fino
a un attimo prima di perdere i sensi e così Anna si procurò
un’ustione sulla bella guancia, l’ennesimo fine settimana
grazie a Dio è venerdì! che andava tutto in fumo ben oltre
le ventiquattro di domenica e trasformava il lunedì al lavoro in
una corsa ad ostacoli alti, la malleabile sferetta d’oppio che rende
confortevoli le sedute in legno nudo di un cinema periferico e così
unica la prima visione de L’ultima corvé, il kif fresco ride
bene chi ride ultimo un attimo dopo essere sbarcati in Marocco -Noli me
Tangeri - e anche Bowles si fa una bella risata, l’irrilevante popper
tra le cabine della spiaggia di Rimini fuori stagione prima di tornare
all’albergo perché l’idea di ritrovarsi tutti a San
Marino sembrava così creativa per le agenzie più creative
d’Italia, l’Italia e l’Italia/Italia, il biberon e svariate
dosi di eroina sul tavolo in cucina che possono cogliere di sorpresa se
ti aspetti un qualunque pomeriggio di domenica e il té e magari
i biscotti fatti in casa e non c’è niente di strano e da
capire, perché Milano a quel tempo non era New York ma poteva capitare
a chiunque in un qualunque pomeriggio di domenica e il tè e magari
i biscotti fatti in casa di sentire il tonfo secco provocato dalla caduta
di una P38 dalla tasca del cappotto di uno mai visto prima e poi scoprirlo
chiudersi in clandestinità nell’unico bagno e scoppiare a
piangere. Quindi alla fine mi chiedo dato che sempre ho provato orrore
per l’ago infilato con nonchalance nella vena come sia caduto così
in basso da tenere questa flebo e la sua pozione giallo intenso limoncello
o cedrata a seconda dei gusti infilate fino all’ultima goccia ogni
mese per quasi tre giorni nelle mie di vene sempre più sporgenti
nel mio di corpo sempre più leggero e sentire il mio di cuore sempre
più stanco metabolizzare la necrosi anteriore e laterale e rigenerato
far risuonare nella mia mente per ben tre volte mentre cammino di buon
passo nel bosco lungo un sentiero in impercettibile continua ascesa la
frase che illumina i nostri singolari attimi di trionfante felicità:
“Oggi è il giorno più bello della mia vita!”.
La mia droga si chiama Levosimendan. |