IN EXTREMIS
 
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Giugno 1966 APPENDICE POSTFAZIONE ANTEPRIMA
Giugno 2023
L’eccezionale impresa di arrivare sano e salvo alla tabaccheria dall’altro lato della strada e prendere dal banco il pacchetto di chewing gum che avevano chiesto quasi imploranti gli amici sotto Lsd, l’etere perché devi provare almeno questo tu che non vuoi provare niente sniffato da una fiaschetta in acciaio fino a un attimo prima di perdere i sensi e così Anna si procurò un’ustione sulla bella guancia, l’ennesimo fine settimana grazie a Dio è venerdì! che andava tutto in fumo ben oltre le ventiquattro di domenica e trasformava il lunedì al lavoro in una corsa ad ostacoli alti, la malleabile sferetta d’oppio che rende confortevoli le sedute in legno nudo di un cinema periferico e così unica la prima visione de “L’ultima corvé”, il kif fresco ride bene chi ride ultimo un attimo dopo essere sbarcati in Marocco -Noli me Tangeri- e anche Bowles si fa una bella risata, l’irrilevante popper tra le cabine della spiaggia di Rimini fuori stagione prima di tornare all’albergo perchè l’idea di ritrovarsi tutti a San Marino sembrava così creativa per le agenzie più creative d’Italia, l'Italia e l’Italia/Italia, il biberon e svariate dosi di eroina sul tavolo in cucina che possono cogliere di sorpresa se ti aspetti un qualunque pomeriggio di domenica e il té e magari i biscotti fatti in casa e non c’è niente di strano e da capire, perché Milano a quel tempo non era New York ma poteva capitare a chiunque in un qualunque pomeriggio di domenica e il tè e magari i biscotti fatti in casa di sentire il tonfo secco provocato dalla caduta di una pistola dalla tasca del cappotto di uno mai visto prima e poi scoprirlo chiudersi in clandestinità nell’unico bagno e scoppiare a piangere. Quindi alla fine mi chiedo dato che sempre ho provato orrore per l'ago infilato con nonchalance nella vena come sia caduto così in basso da tenere questa flebo e la sua pozione giallo intenso limoncello o cedrata a seconda dei gusti infilate fino all’ultima goccia ogni mese per quasi tre giorni nelle mie di vene sempre più sporgenti nel mio di corpo sempre più leggero e sentire il mio di cuore sempre più stanco metabolizzare la necrosi anteriore e laterale e rigenerato far risuonare nella mia mente per ben tre volte mentre cammino di buon passo nel bosco lungo un sentiero in impercettibile continua ascesa la frase che illumina i nostri singolari attimi di trionfante felicità: “Oggi è il giorno più bello della mia vita!”. La mia droga si chiama Levosimendan.