The Guinness book of Sex era un libricino,
un paperback sgualcito scovato non so dove negli anni sessanta. Volevamo
tradurlo e farci i soldi. Tanti. Avrebbe avuto ai tempi quel successo
travolgente che speravamo?
Una pratica che la mia curiosità trova eccitante per la sua extravaganza:
pedal pumping. Forse perché non saprei neppure distinguere su
quale pedale posa il piede (Acceleratore o freno? La frizione questa
sconosciuta...), piede costretto nello stiletto nero o in libertà
in uno zoccolo con fascia di cuoio rosso shocking. Una parafilia che
lascia scoperto il minimo indispensabile, ricerca insistita del primo
piano stretto per mettere in risalto piede e pedale. Keep it pumping,
ladies & gentlemen.
Olivier Assayas, figlio di Jacques Rémy, nome d’arte di
Raymond Assayas, sceneggiatore francese nato a Costantinopoli in una
famiglia ebraica sefardita d’origine greca e di Catherine de Károlyi,
nata Katalin Polya, una stilista ungherese di religione protestante,
ascesa allo status di aristocratica grazie alle nozze col conte Etienne
Károlyi, suo primo marito.
Olivier, regista, scrive e dirige nel 2022 una mini serie televisiva
tratta dall’omonimo lungometraggio e riporta in vita IrmaVep (Vampire),
leggendaria e diabolica musa di una setta di criminali. In una pausa
della lavorazione, Irma riceve la visita di un’amica. Ha un mantello
che copre gli abiti di scena: una semplice tutina nera che modella il
suo corpo minuto.
L’amica, che si sospetta subito sia più di un’amica,
si accomoda su un divano di fronte a lei, ai suoi piedi un cumulo disordinato
di buste e shopper di brand di lusso. Ora l’amica chiede a Irma
di togliere il mantello, di piroettare leggera nel salone fino a una
poltrona, cercando di evitare che il loro gioco venga scoperto. Irma
si siede. Le viene ordinato di appoggiarsi compostamente allo schienale,
di posare i gomiti sui braccioli, di allargare le ginocchia, meno di
così, ecco così. Così. C’è una vaga
intenzione di vedersi quella sera stessa. Vedremo.
Non facciamo pettegolezzi. Eluard e la moglie Gala sono ospiti di Salvador
Dali. Eluard riparte, Gala no. Non aggiungiamo altro, se non che è
da questa storia d’amore che arrivo a questo profilo di “uomo
lesbico”. Pare che Eluard l’abbia ispirato o che ne sia
lui stesso l’autore.
“Immagine della donna vissuta come complice, uguale e attiva,
femminismo. Antigelosia, generosità naturale e altruismo. Amicizia
amorosa che non dissocia la comunicazione culturale ed emotiva dalla
tenerezza fisica. Attrazione in primo luogo per la personalità
non sistematicamente conforme ai canoni ufficiali. Quindi, come per
molte femministe, frequente rifiuto degli accessori “femminili”
associati al modello macho della donna. In sintesi, un individuo maschio
eterosessuale portatore di un insieme di valori femminili che ha un
rapporto con le donne, pur essendo un uomo, simile a quello delle lesbiche”.
Immaginiamo una molto complice coppia nel cuore della notte, lei quasi
al termine della gravidanza. E chiede a lui di fare quella cosa che,
da che mondo è mondo, fanno istintivamente i neonati di più
di sei mila specie di mammiferi e intanto si stringono e arrivano insieme
sia il piacere che la rottura delle acque. Non si può scommettere
che saranno un bambino o una bambina felici a venire alla luce?
Ascolto France Culture, emittente del servizio pubblico francese. Servizio.
Pubblico. Francese. In onda una lunga confessione, se vogliamo chiamarla
così, meglio sarebbe testimonianza. Un giovane uomo racconta
tutto quello che sa dell’orgasmo prostatico, entra nei particolari
della sua esperienza, spiega il come, il quando e il perché.
Su un’emittente del servizio pubblico ci fa sapere anche che l’orgasmo
prostatico si può condividere: prezioso suggello alla rarità
di un orgasmo simultaneo.
Provo ancora fastidio ogni volta che vedo il movimento hippie ridotto
a caricatura. Più passa il tempo, più è difficile
trovare una voce che esprima un qualche dissenso a questa operazione.
Tutto o quasi è archiviato per sempre, nessuna nostalgia, restano
due termini spregiativi come baba cool e freak. Apro la prima edizione
de L’arte del massaggio sensuale di Gordon Inkeles, 1972. I corpi
nudi, le stoffe morbide e lucenti, le luci soffuse, i profumi d’oriente,
le felci che piovono da contenitori sospesi, i visi rilassati e riconoscenti.
‘This is a book of pleasure’. Erotismo allo stato puro.
Sfoglio Le barricate dell’amore, una corposa “raccolta di
contributi di uomini e donne di diversi paesi ed estrazione sociale:
un tentativo di trasmettere agli altri la pratica quotidiana dei pionieri
dell’evoluzione sessuale”.
Penso alle mille domande poste oggi, cinquant’anni dopo, alle
apposite rubriche di quotidiani, settimanali, mensili, radio e tv, alle
tecniche infallibili sviscerate con dovizia di particolari dall’esperto
di turno, la sessuologa, il terapeuta di coppia, all’elogio senza
freni della trasgressione senza limite. E per carità di Dio,
come diceva la nonna, mi astengo da ogni commento.
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