APPENDICE
Compendio degli annali
della Comunità di Sant’E.
Seguiamolo questo ragazzo che sale, passo a passo, le scale di un anonimo
palazzo in un quartiere di case popolari. Suona il campanello, la porta
si socchiude. Si possono già immaginare le luci basse, la cerata
sulla tavola, le pattine sul pavimento in piastrelle di graniglia, la
Madonnina e il Bambin Gesù giusto al centro della testata del
letto matrimoniale. E invece, conviene prima di tutto sfilarsi le scarpe.
Uno accanto, uno sopra l’altro, di stanza in stanza, i tappeti
artigianali di Isparta, portati a casa dopo lunghe contrattazioni, tracciano
un ideale percorso. Non si potrà non notare, sui solidi scaffali
in legno, l’interminabile teoria di vinili nella quale il catalogo
della Deutsche Grammophon la fa da padrone. E libri a migliaia, tra
i quali pezzi rari come i dieci pesanti volumi del Mahabharata in sanscrito,
ordinati a Delhi e spediti via nave. Solo in due delle facoltà
di lingue orientali, a Venezia e Napoli, si potevano sfogliare ai tempi.
Un poderoso impianto hi-fi, costruito componente dopo componente, diffonde
le note di una sinfonia, Bruckner molto probabilmente.
Chi sarà il misterioso padrone di casa?
Qualche anno prima, in una parrocchia milanese, era stata montata
una specie di recita in occasione della Pasqua. Avrebbe dovuto
divertire i giovani frequentatori dell’oratorio. Ma quasi
nelle prime battute, appare la colomba dello Spirito Santo,
sbrigativamente l’uccello e il doppio senso si insinua
immediatamente nella mente degli ascoltatori. L’irriverenza
non viene perdonata e il gruppo e il suo leader naturale allontanati
dai locali della chiesa. La congrega non si scioglie, trova
una sede in un vicino seminterrato, comincia un percorso incerto.
Tra l’Espresso allora in versione tabloid scelto per certe
sue posizioni anticlericali, ‘Lettera a una professoressa’
e il prete più scomodo del momento, acquistato il giorno
stesso nel quale appare nelle librerie, la frequentazione saltuaria
della chiesa Valdese... Le domeniche diventano un appuntamento
fisso con l'ascolto di un brano di musica, l’intervento
per condividere una lettura, un pensiero, il privilegio di vivere
un’esperienza unica. Poi su due pulmini si raggiungono
i luoghi dove dare testimonianza dell’impegno: calarsi
nel sociale, si sarebbe sgradevolmente detto qualche anno più
tardi. Le cose procedono tranquille fino a quando tutto, proprio
tutto, viene letto con le lenti della fede, il “totalmente
altro” di Karl Barth, la “speranza contro ogni speranza”
di Paolo di Tarso diventano chiave di volta. Non tutti i membri
sono all’altezza di questo salto (nel vuoto?) di qualità.
Sensi di colpa, confessioni di inadeguatezza, tradimenti delle
promesse, richieste di perdono surreali quasi in ginocchio.
Il piano per il futuro prende forma: ore e ore a studiare insieme
un dozzina e più di lingue antiche e moderne per poter
proporre testi inediti di culture lontane, mettere in piedi
una marginale, ma originale casa editrice. Il nucleo più
giovane scalpita. Più si radicalizza la deriva settaria,
più si scontra con il mondo reale, il fermento che cresce
di giorno in giorno, fino ad arrivare all'appuntamento con il
1968. Come guardiani dell’ortodossia, una ristretta falange
scelta controlla la situazione. Si infila perfino nelle scuole
occupate, alla ricerca di eventuali simpatie femminili da scoraggiare.
La quota rosa del gruppo, che ora si vive come una comunità,
non raggiunge neppure il cinque per cento. Sta ai margini, si
sente quasi un peso, fuori posto. Una di loro si farà
trovare, anni dopo, mentre lava stoviglie in un covo delle Brigate
Rosse. A diciotto anni è difficile leggere tra le righe.
Il gruppo dei giovani si sfalda, uno ad uno lascia la comunità,
tenendo duro anche se si prova a dissuaderli con qualcosa di
molto simile alle minacce. Mentre si cerca di uscire dal parcheggio
sotto casa, due macchine accostano davanti e dietro la vettura,
impedendolo. Un giorno, l'ultimo dei fuoriusciti racconta di
uno sgraziato tentativo di approccio, prima della partenza per
uno dei lunghi viaggi in Oriente e nella fede: cristianesimo
ortodosso, islamismo, zoroastrismo, induismo, sikhismo, buddismo...
Le tessere del mosaico sembrano collocarsi come per incanto.
Solo una ristretta cerchia
di eletti gode della conoscenza e dei privilegi, ai vertici della piramide.
Ma non è forse troppo sbrigativo liquidare questa poliedrica
costruzione come un teatrino di marionette, le figurine mosse con abilità,
il paravento dietro il quale si nasconde una banale quotidianità?
Il potere e il piacere di un autoerotismo per nulla solitario, i rituali
di una piccola corte di sottomessi, convertiti anche nella loro sessualità.
L’asciugamani di bucato, la polvere sotto i tappeti. “Ghe
sont… Cecca?... el cadin”. Tempo dopo mi trovo a pochi passi
dalla grande Volvo, l’ammiraglia. Riconosco chi è alla
guida, vedo che si arresta davanti alle insegne di una banca. Dai sedili
posteriori scende il guru, scortato da un altro degli adepti. Si muove
impettito, la corazza caratteriale di Reich come uno scudo. Credo si
tratti del semplice ritiro della pensione materna. Ma la tensione sembra
precedere una rapina o un regolamento di conti tra bande rivali. Il
cielo è livido, il buio a mezzogiorno, i maniacali deliri della
comunità di Sant’E. lontani anni luce.
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