Ho un colloquio di lavoro questa mattina in
centro. Parlerò con il presidente, responsabile clienti, project
manager e planner: in una parola con H.R.S. Da come ho avuto modo di capire,
credo sia stato copywriter, prima di mettere in piedi questa agenzia al
momento riconosciuta come il massimo della creatività. Sospetto
che giudicasse il suo talento per la scrittura non all’altezza delle
sue ambizioni e abbia preferito ritagliarsi un altro ruolo. Lavoro ancora
come redattore e dovrei essere felice per questa opportunità. Invece
è un coltello che gira nella piaga. Prima ancora di cominciare,
so che non sarò mai in pubblicità quello che avrei potuto
essere nel giornalismo.
Parliamo di Martin Walser. È stato anche lui copywriter. Mi fa
notare che si parla di Matrimoni a Philippsburg non a Pittsburg, come
ho farfugliato io. Potevo evitare, ma in fondo non sono tenuto a conoscere
uno dei grandi della letteratura contemporanea quanto lui, uno svizzero
tedesco, mi spingerei a dire un intellettuale svizzero tedesco. Mi commissionano
un piccolo lavoro, una specie di test. H. si distrae per chiamare un taxi.
Ne approfitto per indagare nei titoli della piccola libreria alle mie
spalle. In un ripiano in alto, ci sono una ventina di riviste dello stesso
formato. E riconosco Kursbuch, fondata da Hans Magnus Enzensberger. È
come se io tenessi in ufficio le annate dei Quaderni piacentini. La generazione
che ha perso non ha bisogno di tanti segnali per riconoscersi. |